martedì 8 dicembre 2009

I neoeletti consiglieri de La città possibile ringraziano il presidente uscente, Lorenzo Spallino per l'impegno profuso ed eleggono il nuovo......


Mercoledì 25 novembre si è riunito il nuovo consiglio de La città possibile como, all'ordine del giorno la nomina del nuovo presidente, avendo Lorenzo Spallino a causa dell'infittirsi dei suoi impegni, escluso, col rammarico dei consiglieri uscenti, di poter bissare il mandato.
L'assenza involontaria di Cecilia Rusconi, designata da alcuni di noi come la consigliera che ben poteva assumerne il ruolo, ha obbligato il consiglio a sospendere l'elezione.
Poiché ogni rovescio ha il suo diritto, l'impasse é stata colta dai consiglieri presenti come occasione per aprire una riflessione sul ruolo del Presidente, riflessione che ha portato un frutto inaspettato:
la decisione di non eleggere per il momento un Presidente ma di designare un Portavoce che resta in carica per X mesi ( da definire se 4 o 6) e poi turna. Il prossimo direttivo definirà quale consigliere aprirà la nuova fase di vita dell'associazione, il non facile dopo-Spallino.
Nuova fase di vita: non era in effetti assolutamente scontato che una nuova fase potesse ancora esserci; conosciamo tutti le difficoltà che assillano tutte le associazioni, una volta passata l'euforia dei primi anni il peso della vita associativa ricade su un numero sempre più ristretto di soci che alla lunga se ne disperano. La città possibile como non fa eccezione, é stata quindi fonte di legittima soddisfazione l'elezione di due nuovi consiglieri, Igor Fasola e B eppe Reynaud, che porteranno nuova linfa alla nostra pianta che, ricordiamo, ha raggiunto i 15 anni di vita.
"IL MOTIVO PER ESISTERE CE L'ABBIAMO"
così ha chiosato Beppe Reynaud, così abbiamo convenuto che sia e per questo proporremo a breve una chiara proposta d'indirizzo per i prossimi 2 anni: cosa faremo, cosa forse faremo, cosa non riusciremo a fare.
Sul "cosa faremo" un'anticipazione:"I laboratori di progettazione urbana" felicemente proposti da Ines Angelillo.
Siamo quindi passati al " Da Fare Intanto"
Intanto.
Una campagna abbonamenti perché una associazione senza soci no, non la vogliamo
( perché allora basta fare il gruppo d'amici)
Alberto Bracchi si é impegnato ad ideare una campagna ad hoc, mentre, a supporto, Marco Castiglioni curerà il restyling e la stampa di un nuovo "chi siamo" .

Il prossimo direttivo si terrà il 16 dicembre a Lecco: Ines Angelillo ci ha proposto di abbinare cena+consiglio, potevamo rifiutare?
Si ricorda che i nostri consigli sono sempre aperti: a buon intenditor.......

martedì 3 novembre 2009

Convocazione assemblea La Città Possibile

Ai soci, ai simpatizzanti, agli amici di Città Possibile

Carissimi,

l’11 novembre 2009 è convocata l’assemblea annuale di Città Possibile.

Si tratta di un appuntamento importante, che giunge a due anni dell’insediamento di questo Consiglio. Per Statuto, l’assemblea sarà chiamata a nominare il nuovo Consiglio che, a sua volta, nominerà il nuovo Presidente. È importante una partecipazione attenta numerosa: troppe volte gli amministratori di questa città hanno mostrato di considerare le tematiche connesse alla qualità della vita, all’ambiente, alla partecipazione, con indifferenza quando non con palese fastidio. L’assemblea può essere un’occasione per riprendere, in prima persona, le fila di un discorso troppo spesso affidato alla casualità dei media.

Subito dopo l’assemblea (alle 21) presenteremo il documento che abbiamo protocollato il 28 settembre 2009 presso Comune di Como, dal titolo ^Suggerimenti e proposte de La Città Possibile Como al redigendo Piano di Governo^. 30 pagine e 16 tavole in formato A3: un lavoro importante e complesso, che abbiamo cercato di rendere il più comprensibile possibile. Il documento è disponibile nel testo integrale (tavole comprese) sul sito di Città Possibile. Ne parleremo, come parleremo, ovviamente, anche di paratie.

L’appuntamento è all’Osteria del Gallo, via Vitani (Como), alle ore 20:30.

All’ordine del giorno:
1. Relazione del Presidente
2. Lettura e discussione Relazione al Bilancio
3. Approvazione Bilancio consuntivo 2008
4. Relazione in merito alle iniziative in atto
5. Nuove modalità di iscrizione all’associazione
6. Raccolta candidatura consiglio direttivo, votazione, scrutinio e elezione
7. Raccolta candidatura collegio garanti, votazione, scrutinio e elezione
8. Raccolta candidatura revisori dei conti, votazione, scrutinio e elezione.

Ricordo che possono votare i soci in regola con il versamento della quota sociale.

Vi aspettiamo.

Il Presidente
Lorenzo Spallino

Como, 3 novembre 2009

martedì 27 ottobre 2009

Classifica di Legambiente: "Atto politico!"

Spiegata la caduta di Como nella classifica di Legambiente su Il Sole 24 ore. L'assessore Peverelli si è infatti rifiutato di inviare i dati. "Siamo stati retrocessi per ritorsione!", afferma, sottolineando che "queste ricerche servono solo a tirare acqua a qualche amministrazione". Dopo la Ticosa, secretati anche i dati sull'ambiente. A quando la secretazione dei progetti sul muro?

lunedì 26 ottobre 2009

Castagnata 2009

Domenica 1 novembre, tutto il giorno alla Radura del Ponte dei Bottini la festa per un “Parco della Valle del Cosia”. Con polenta e stracchino, caldarroste, vin brulé, “Musica Spiccia” e ... Vi aspettiamo!

La radura del Ponte si trova lungo la “Linea del Tram” accessibile da Camnago Volta o da Solzago.

- 65


La vicenda delle paratie sta monopolizzando la già scarsa attenzione di questa città alle problematiche ambientali in cui è immersa fino al collo. Tanto per dirne una, oggi il Sole 24 Ore (mica il quotidiano dei Kollettivi Urbani) apre la prima pagina di Focus Ambiente con i risultati dell'indagine di Ecosistema Urbano 2009 per le città capoluogo di Provincia. Como dov'è? Ve lo diciamo noi: su 103 capoluoghi Como occupa la posizione n. 86, con una decrescita (nemmeno tanto felice ...) di 65 POSIZIONI, il peggior risultato di sempre nella storia di questa indagine! Ma siccome lamentarsi non basta, Vi invitiamo l'11 novembre 2009, ore 21, all'Osteria del Gallo, dove presenteremo il contributo di Città Possibile al P.G.T. del Comune di Como, ossia le 30 pagine e 16 tavole in formato A3 che abbiamo depositato il 28 settembre in Comune di Como a proposito di Piste Ciclabili, Parco della Valle del Cosia e Lavatoi. Ci siete?

sabato 24 ottobre 2009

Il perfido Assessore e il SuperFormiga (I)

Riuscirà il SuperFormiga a fermare il perfido Assessore? Minacciata dalle piene, aggredita dai turisti che vogliono vedere The Wall, in mano ai SuperAssessori e ai MegaTecnici, Comoexlake ha bisogno dei Super Eroi, che soli possono salvarla! Ce la faranno?

lunedì 19 ottobre 2009

Bikemap.net - I tuoi itinerari ciclabili online

Amanti della bicicletta, delle escursioni a piedi o di corsa, alla ricerca di idee per percorsi da compiere? Da http://www.bloginmano.com la segnalazione di BikeMap, sito web molto completo dove si possono trovare itinerari già pronti con tutte le informazioni o dove creare dei nuovi itinerari. Ognuno può contribuire, segnalare i propri percorsi favoriti, crearli, commentare e molto altro. Entrando nel sito troviamo una mappa visualizzabile in diversi modi, che ci permetterà di specificare l’area di interesse, scegliere quindi “il mezzo”, pensato soprattutto per la bicicletta ci sono comunque anche itinerari da fare a piedi, di corsa o con i pattini. Si possono creare percorsi di ogni tipo, per una bella corsa in una specifica zona, oppure anche viaggi di centinaia di kilometri, molto utile ad esempio se vogliamo pianificare lunghi viaggi in bicicletta. Tutti i percorsi sono ben specificati, con la mappa, il numero di kilometri, il tipo di superficie, quanti kilometri di salita, troviamo anche lo schema dell’altimetria per visualizzare salite, pendenze ed il punto del percorso dove si trovano. Gli itinerari si possono poi scaricare e stampare.

Link: Bikemap.net - I tuoi itinerari ciclabili online
Fonte: http://www.bloginmano.com

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martedì 13 ottobre 2009

Il gioco delle paratie


Mi sbaglierò, ma la vicenda delle paratie assomiglia sempre di più al ^dilemma del prigioniero^. Chi ha sentito parlare della teoria dei giochi, sa di cosa parlo, per gli altri suggerisco di vedere la relativa voce su Wikipedia. Per tutti ricordo che l'assunto meno immediato del dilemma è che le scelte collettive sono spesso più vantaggiose di quelle individuali. Facciamola più semplice. Chi ricorda War Games di John Badham (1983)? C'è questo ragazzino, un hacker si direbbe oggi, che riesce a convincere l'intelligenza artificiale del supercomputer della Difesa americana a non usare le armi nucleari, sfidandolo ripetutamente a tris. Dopo innumerevoli partite finite in parità il supercomputer capisce infatti che "l'unica mossa vincente è non giocare". Non voglio dire, ovviamente, che non costruire le paratie sarebbe stata la mossa migliore. Voglio dire che in questo momento mi sembra che ci siano solo due giocatori in campo, il Comune e la stampa, e che nessuno dei due è in grado di giocare altre mosse che non siano quelle frontali. Ma soprattutto mi sembra che entrambi abbiano capito che le rispettive strategie rischiano di rivelarsi perdenti nello spietato confronto con la realtà delle cose. ^Il muro verrà abbattuto^, ha affermato più volte il Sindaco. ^Giù il muro^ ha intimato la stampa. Ma il come e il quando restano, per entrambi, non detti. La stampa, che vede allontanarsi all'orizzonte il finale di una battaglia che esige immediatezza per essere spesa, ha compreso che abbattere il muro non sarà né semplice né immediato né a poco prezzo. E così ha già dato ampi segnali di voler allargare la cerchia dei responsabili: minoranze, Provincia e Soprintendenza in un crescendo di toni che prelude alla cacofonia finale dove nessuna voce sarà più udibile (straordinari gli editoriali del Corrierino sul punto). Insomma, se è stato facile per tutti gridare ^al piccone!^, il ^dov'é il piccone?^ potrebbe compromettere la madre di tutte le battaglie. Nel frattempo i lavori proseguono, variante ^Viola^ compresa, e nulla fa presagire la soluzione del problema. Forse - forse - sedersi attorno a un tavolo per cercare di capire quale potrebbe essere la soluzione condivisa che ha auspicato Antonello Passera, presidente degli albergatori, sarebbe già qualche cosa per questa città. L'alternativa è giocare all'infinito il gioco del tris con le paratie. Il problema è che non abbiamo tempo e la gente, chiamata all'adunata, potrebbe incominciare a sentirsi tradita e, soprattutto, usata. E forse non avrebbe tutti i torti.

P.S.
Per ora si è visto un solo dimissionario: è l'architetto Marco Balzarotti, che a margine di una vivace riunione dell'Ordine degli Architetti di Como, si è dimesso dalla carica di Tesoriere per divergenze con il Presidente dell'Ordine sulla vicenda paratie. Un po' poco, mi sembra.

giovedì 8 ottobre 2009

Video - La Provincia di Como - La protesta


Video - La Provincia di Como

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mercoledì 7 ottobre 2009

Vogliamo una città da fiaba. E la vogliamo adesso.


Quando: 11 novembre 2009
Dove: Osteria del Gallo
A che ora: 21:00

Cosa: presentazione di "Vogliamo una città da fiaba. E la vogliamo adesso"

^Suggerimenti e proposte de La Città Possibile Como al redigendo Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, ai sensi dell’articolo 13, c. 2, della legge regionale n. 12 del 2005^.

More info? sito di Città Possibile.

sabato 3 ottobre 2009

Il PGT del Comune di Como: le proposte di Città Possibile

Qualche tempo fa avevamo lanciato sul nostro sito cinque azioni per migliorare, da subito, la qualità della vita a Como. Cinque piccole mosse che non richiedono grandi risorse ma soltanto un impegno forte e, soprattutto, la convinzione che le cose possano cambiare. Per noi, per i nostri figli, per tutti. Ne avevamo inizialmente individuate due (parco della valle del Cosia e lavatoi).

In vista delle osservazioni preliminari al Piano del Governo del Territorio, ne abbiamo aggiunta una (mobilità ciclabile) e il 28 settembre 2009 abbiamo protocollato presso Comune di Como il documento dal titolo ^Suggerimenti e proposte de La Città Possibile Como al redigendo Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, ai sensi dell’articolo 13, c. 2, della legge regionale n. 12 del 2005^.

30 pagine e 16 tavole in formato A3: un lavoro importante e complesso, che abbiamo cercato di rendere il più comprensibile possibile: il documento è oggi disponibile nel testo integrale (tavole comprese) sul sito di Città Possibile.

Ne parleremo l'11 novembre all'Osteria del Gallo, ore 21:00, quando lo presenteremo alla città.

Siete tutti invitati.

giovedì 1 ottobre 2009

Arroganza vs. efficienza


By blancont.

lunedì 28 settembre 2009

Notizia d'emergenza, agite con urgenza!


Alle ore 16:50 di oggi Il Corriere lancia il notizione: "Ecomostri, il muro sul lago di Como verrà abbattuto"! Alle 18:15 anche Repubblica titola sul suo sito: "Como, sarà abbattuto il muro sul lago. Il sindaco ha ceduto: "Faremo delle paratie".

Dopo i vari voltafaccia, speriamo sia la volta buona. Ma soltanto ieri la notizia era: "Contrordine: Bruni NON abbatte il muro. Il sindaco in visita al cantiere precisa: «Il progetto è questo. Nessuna correzione radicale»".


P.S. A noi ricorda, chissà perché, il Guccini più bello, quello di "Notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro al treno" (La Locomotiva).

Como: «Il muro sul lago verrà abbattuto»
Il sindaco Stefano Bruni: la barriera sostituita da paratie mobili. «Avremo l'aiuto della Regione»
MILANO - «Il muro, che era previsto dal progetto, non ci sarà più; verrà abbattuto e sarà interamente sostituito da paratie mobili». Lo ha dichiarato oggi il sindaco di Como Stefano Bruni, sotto assedio nelle ultime ore, insieme all'assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, sul caso del muro costruito sul lungolago. «Nei prossimi giorni - ha detto il primo cittadino - saremo in grado di fornire i dettagli tecnici, ma il muro verrà abbattuto. Dovrà essere sostenuto un certo costo, tuttavia la Regione è con noi. Ho parlato questa mattina con Roberto Formigoni e il presidente sostiene questa ipotesi; è questa la priorità».

LA PROTESTA - Sembrerebbe chiudersi, così, la diatriba che ha visto l'intera città sollevarsi contro il primo cittadino del capoluogo lariano per difendere il lungolago, dove da due anni è in costruzione un sistema di paratie mobili anti-esondazione. Il muro «dello scandalo», che domenica ha visto scendere in piazza esponenti politici e comaschi senza bandiera, doveva essere alto 25 centimetri e degradare poi nell'acqua. La barriera di cemento che ha rischiato di mandare a casa la giunta di centrodestra era una varian­te al progetto originale, com­piuta in corso d’opera e priva di apparenti giustificazioni. Il sindaco Bruni, Pdl, ha visto prima mon­tare l’ira dei comaschi con cen­tinaia di email inviate ai gior­nali locali, poi la manifestazione di piazza per chiederne l'abbattimento e infine l'affondo della Lega nord e di qualche esponente della maggioranza, schierati ufficialmente contro il progetto. Di fronte alla sollevazione popolare, Bruni si è dovuto arrendere: «Niente muro».

L'INCHIESTA - Il sistema anti-esondazione, del costo di 15 milioni di euro, è finanziato dalla Legge Valtel­lina perché rientra tra le opere giudicate necessarie dopo l’al­luvione del 1987. Il pm Simone Pizzotti nei giorni scorsi aveva aperto un fascicolo contro ignoti e disposto l'acquisizione della documentazione relativa al progetto, per accertare eventuali violazioni alle norme edilizie.

28 settembre 2009

Fonte: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_settembre_28/muro-como-sindabo-bruni-1601817824989.shtml

Qualcuno può avvisarli?


Questa è la schermata del sito del Comune di Como alle ore 14:30 di oggi, 28 settembre 2009. Nessun accenno alle paratie. Qualcuno può cortesemente avvisare il responsabile del sito che c'è una città inferocita lì fuori?

como + paratie + lago: ultimissime da Google Alert

=== Google News Alert per: como paratie lago ===

Como, corteo anti-muro. Ma è un flop
il Giornale
Il sistema di paratie infatti impedisce la visuale sulla panoramica del primo bacino che ha reso famoso il lago di Como. Considerata l'attenzione con cui i ...
<http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=386306>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.ilgiornale.it/a.pic1%3FID%3D386306&hl=it>

«Mancanza di gusto» Operazione boomerang secondo Luciano Caramel
Corriere di Como
E non soltanto con i comaschi, perché il lago e il suo rapporto con la città di Como sono patrimonio di tutti». Conclusione chiara. ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98505>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98505&hl=it>

Increduli anche i turisti «Uno scempio assurdo»
Corriere di Como
In coda per una foto davanti alle finestrelle sulle palizzate delle paratie. Se fino a pochi mesi fa i turisti non lasciavano Como senza un immancabile ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98506>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98506&hl=it>

La rabbia dei cittadini davanti agli oblò
Il Corriere di Como
Maria Rosaria Ales e Lucia Callaci sono due turiste siciliane innamorate del Lago di Como, dove tornano ogni anno da 10 stagioni. ...
<http://www.corrierecomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98486>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrierecomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98486&hl=it>

=== Google Blogs Alert per: como paratie lago ===

Como. Il muro che divide il paese. Il potere e la rabbia dei cittadini ...
circa due metri che copre gran parte del panorama del Lago di Como, e' spuntato nel giro di pochissimi giorni laddove erano in corso da circa due anni i lavori per la costruzione di un gigantesco sistema di paratie anti-esondazione. ...
<http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=6732:como-il-muro-che-divide-il-paese-il-potere-e-la-rabbia-dei-cittadini&catid=55:ambiente&Itemid=173>
Home
<http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=frontpage>

=== Google Web Alert per: como paratie lago ===

«Abbattiamo il muro sul lago» Paratie, cinquecento in piazza ...
27 set 2009 ... Como - Circa cinquecento persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata ai giardini a lago contro il muro realizzato all'interno ...
<http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/92171_abbattiamo_il_muro_sul_lago_paratie_cinquecento_in_piazza/
>

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sabato 26 settembre 2009

RIDETE ANCORA?

Sempre più in alto!


Da www.corriere.it.

Assunti alla stampa nazionale


=== Google News Alert per: como paratie lago ===

Quel muro del lago di Como
La Stampa
Vi sembrerà incredibile, ma a Como il lago non c'è più. O meglio, c'è
ancora ma non si vede: il sindaco l'ha fatto sparire, come un
prestigiatore. ...
<http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200909articoli/47676girata.asp
>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200909articoli/47676girata.asp&hl=it>

Non basta abbattere il muro C'è tutto un lago da salvare
La Provincia di Como
Nel mirino dei suoi sconsolati commenti, oggi non ci sono soltanto le
paratie e il muro della vergogna che ha fatto indignare la città. Questa
fetta di lago ...
<http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/91943_non_basta_abbattere_il_muro_c_tutto_un_lago_da_salvare/>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/91943_non_basta_abbattere_il_muro_c_tutto_un_lago_da_salvare/&hl=it>

Muro contestato, ora c'è un'inchiesta
Il Giorno
Da giovedì il contestato muro realizzato sul lungolago nell'ambito del
progetto sulle paratie antiesondazione non è più solo una questione di
opinione, ...
<http://ilgiorno.ilsole24ore.com/como/cronaca/locale/2009/09/26/236881-muro_contestato_inchiesta.shtml>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://ilgiorno.ilsole24ore.com/como/cronaca/locale/2009/09/26/236881-muro_contestato_inchiesta.shtml&hl=it>

Muraglia sul lungolago, i politici corrono ai ripari
Corriere di Como
La “discrezionalità” utilizzata del direttore dei lavori delle paratie
per erigere l'ormai celebre “muro” sul lungolago di Como era
evidentemente troppo ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98436>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98436&hl=it>

Gli architetti e gli ingegneri: si torni al progetto originale
Corriere di Como
Si trattava di realizzare un muro interrotto da tratti con paratie mobili.
Senza dubbio però il muro avrebbe dovuto essere più basso rispetto a
quello ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98456>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98456&hl=it>

Gaddi: «Ecomostro». Bruni: «Si scusi o lo caccio»
Corriere di Como
Oltre a Gaddi, ieri non vi è stato praticamente politico comunale che non
abbia usato toni durissimi sullo stato di fatto delle paratie. ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98459>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98459&hl=it>

«Non sappiamo più come rispondere alle domande dei nostri clienti»
Corriere di Como
«Chi viene a Como vuole vedere il lago - conclude infine Mohamed Shalaby,
dell'Albergo del Duca di piazza Mazzini - La città offre poco a livello di
...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98457>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98457&hl=it>

Quattro gruppi e oltre mille fan su “Facebook”
Corriere di Como
Il caso paratie approda in tutta la sua forza anche in Rete. “Abbattiamo
il muro sul lago di Como” ha fatto registrare in un solo giorno oltre
mille ...
<http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=98458>
Mostra tutti gli articoli su questo argomento:
<http://news.google.com/news/story?ncl=http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm%3FID%3D98458&hl=it>

=== Google Blogs Alert per: como paratie lago ===

Brezza di lago: Lungo muro Trento
di Elena
Lungo muro Trento. A frequentare i corsi di fotografia di Fabrizio, si
incontrano persone che fanno foto bellissime. Grande Marco! Pubblicato da
Elena alle 14.38. Tags: como, Lago di Como, paratie ...
<http://brezzadilago.blogspot.com/2009/09/lungo-muro-trento.html>
Brezza di lago
<http://brezzadilago.blogspot.com/>

=== Google Web Alert per: como paratie lago ===

Lago di Como, Esondazioni e Paratie » Luca Zappa Web Corner
Sul lungo lago di Como ci sono ormai da qualche hanno lavori per la
costruzione delle paratie che dovrebbero proteggere dalle esondazioni del
lago in Piazza ...
<http://www.lucazappa.com/2009/09/24/lago-di-como-esondazioni-e-paratie/>

Ticinonline - Ticino - Lago "murato", Como in rivolta
25 set 2009 ... Il cantiere delle paratie è sempre stato visto, a Como,
come qualcosa di sgradito, e la notizia dell'azzeramento della vista del
lago è ...
<http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=493019&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3>

La Procura ora indaga sulle paratie di Como - Milano - ilGiornale ...
La Procura di Como ha sequestrato in Comune il progetto delle contestate
paratie costruite per difendere la città dalle esondazioni del lago.
<http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=385807>

Paco: dal '96 si sa che le paratie sono una vergogna «
25 set 2009 ... «1996: Paco promuove le prime iniziative contro il
progetto delle paratie a lago 2009: lo scandalo del muro di Como che
nasconde la vista ...
<http://ecoinformazioni.wordpress.com/2009/09/25/paco-dal-96-si-sa-che-le-paratie-sono-una-vergogna/>

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Marketing territoriale

Se volevamo farci conoscere, ci siamo riusciti benissimo. Ah, i soldi buttati via per fare marketing territoriale quando bastavano quattro gettate di cemento!

Quel muro del lago di Como
Un'enorme parete cancella il panorama per evitare le esondazioni: rivolta in città
Michele Brambilla
Fonte: www.lastampa.it / 26 settembre 2009

Vi sembrerà incredibile, ma a Como il lago non c’è più. O meglio, c’è ancora ma non si vede: il sindaco l’ha fatto sparire, come un prestigiatore. E invece della bacchetta ha usato un muro. Una bella muraglia stile Ddr destinata a correre da un punto all’altro dell’intero lungolago, che ha forma di semicerchio e circonda quel celebre «primo bacino» del Lario che attira turisti da tutto il mondo. Per adesso la lugubre mattonata copre il lungolago sinistro, che si chiama «Trento» e va dalla centrale piazza Cavour ai giardini in zona stadio; a lavori ultimati, coprirà anche la parte destra, chiamata «lungolago Trieste» (l’unità d’Italia si fonda anche sulla par condicio degli scempi).

Il famoso Hotel Metropol Suisse, che è sul lungolago Trento, sta già meditando di rettificare i propri dépliant destinati agli americani che vengono a vedere il paradiso scelto da George Clooney: «Grazioso ristorante con terrazza vistamuro». Il tutto è talmente assurdo che la Procura della Repubblica ha già aperto un’inchiesta e il sindaco, pressato dalla città, ha annunciato che modificherà il progetto, abbassando il muro, anche se non si sa né come né quanto. Ma andiamo con ordine, perché la vicenda oltre che grottesca è un po’ complessa. Innanzitutto una domanda. A che cosa serve questa muraglia? Se si sacrifica il panorama, è evidente che dev’esserci una ragione superiore. E invece no. La muraglia non serve a niente. Incredibile anche questo, ma vero anche questo: non serve a niente.

Il fatto, o meglio l’antefatto, è il seguente. A Como, di tanto in tanto, il lago esondava, e andava in pratica a riprendersi ciò che un tempo era suo, quella piazza Cavour ricavata al posto dell’antico porto. Succedeva, in media, una volta ogni tre anni e qualche danno - anche se niente di che - c’era. Da qui il vecchio dibattito sull’opportunità o no di erigere paratie che impedissero l’esondazione. A lungo si è discusso su come farle, se mobili o fisse, su come ridurre al minimo l’impatto ambientale e così via. Il problema però, da qualche anno, non si pone più. Perché azionando le chiuse di Olginate, nel Lecchese, l’acqua del lago defluisce verso l’Adda, e dall’Adda va a irrigare i campi del Lodigiano e della Lomellina. Quindi, le paratie non servono più. Sennonché, ventidue anni fa (sì: ventidue) c’è stata un’alluvione in Valtellina, con esiti devastanti: frane, morti, paesi scomparsi.

A Como i danni furono limitati all’arrivo di detriti. Danni, in ogni caso, da risarcire. Una legge apposita, chiamata appunto «legge Valtellina», stabilì che al Comune di Como spetta un indennizzo pari a 17 milioni di euro di oggi. Ma per usufruire di questo stanziamento bisogna costruire le paratie. Ecco perché l’opera in questione è diventata fondamentale: per avere i quattrini, non per evitare le esondazioni. Tipicamente italiano il paradosso, tipicamente italiana anche la soluzione adottata dal Comune di Como per «trovare la quadra» come dice Bossi: facciamo delle paratie mobili, e quindi non visibili quando stanno giù, all’interno di un progetto collettivo che ci permette di rifare tutto il lungolago praticamente a costo zero. Questo hanno deciso alcuni anni fa in Comune, affidando il progetto a tre professionisti di indiscussa competenza. Il progetto resta però fermo nei cassetti fino al 2003.

Seguono due anni di sonno. Nel 2005 il Comune, cominciando a sentire gli effetti della stretta finanziaria, decide di abbandonare i tre professionisti e affidare un nuovo progetto al proprio ufficio tecnico. La città è all’oscuro di tutto: ogni tanto viene mostrato qualche disegno, anzi qualche «rendering» come si dice per fare più tendenza, che assicura che sarà tutto una meraviglia. Nel 2006 si apre il cantiere, affidato a una ditta più che affidabile, la Sacaim, la stessa del Mose di Venezia. Ditta, però, tenuta a seguire il nuovo progetto. I lavori procedono senza che nessun comasco veda niente, perché una palizzata di legno impedisce la visuale del cantiere. Sennonché qualche giorno fa entra in scena il primo eroe della vicenda, un signore di 62 anni il cui nome e cognome - Innocente Proverbio - sembrano usciti dalla fantasia di Andrea Vitali, che ambienta i suoi romanzi su questo lago.

Il signor Innocente Proverbio è un pensionato e come tutti i pensionati che cosa fa? Va a vedere i cantieri. Così, sbirciando da un oblò nella palizzata, si accorge del misfatto. E siccome la seconda cosa che fanno i pensionati dopo guardare i cantieri è scrivere al giornale locale, il signor Innocente Proverbio avverte il quotidiano «La Provincia», al quale non par vero di aprire una battaglia epocale: dopo Berlino, anche Como ha finalmente il suo muro da abbattere. In pochi giorni tutta la città insorge. Anche la maggioranza, di centrodestra, è divisa. A difendere l’opera restano il sindaco, Stefano Bruni, e il suo vice, Fulvio Caradonna, assessore alle Grandi opere. Tutti e due sono del Pdl. La prima difesa è: «Balle dei giornali».

La seconda: «Abbelliremo il muro con delle fioriere». La terza è la minaccia di espulsione dalla giunta contro gli assessori dissidenti, come Sergio Gaddi (Pdl pure lui), responsabile della Cultura, che ha parlato di «un ecomostro». Ma la valanga sembra destinata a travolgere tutto, muraglia e giunta. Anche perché per fortuna la casa del sindaco Bruni è una di quelle case dove comandano le mogli. E la moglie di Stefano Bruni - Raffaella, una bella signora bionda che insegna greco e latino al liceo Volta - è la seconda eroina della vicenda. Induce a più miti consigli il consorte, che l’altra sera si presenta al Consiglio comunale straordinario dicendo che sua moglie l’ha convinto ad «abbassare il muro». Muro che - e questa è l’ultima notizia incredibile - sarebbe pure abusivo, tanto che la Procura ha aperto un’inchiesta. Di solito è il cittadino che costruisce senza l’autorizzazione del Comune. Qui invece sarebbe il Comune a non aver autorizzato se stesso. Vedremo. Vedremo soprattutto se l’abbassamento promesso dal sindaco basterà a salvare la vistalago. Mentre non c’è incertezza su chi pagherà l’eventuale abbattimento dei lavori inutili: il Comune.


Link: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200909articoli/47676girata.asp

martedì 22 settembre 2009

5 ottobre 2009: conferenza stampa Città Possibile

5 ottobre 2009

Conferenza stampa La Città Possibile

Ore 11.00 presso l'Osteria del Gallo, via Vitani (Como). Presentazione del documento ^Suggerimenti e proposte de La Città Possibile Como al redigendo Piano di Governo del Territorio del Comune di Como, ai sensi dell’articolo 13, comma II, della legge regionale n. 12 del 2005^.

lunedì 21 settembre 2009

«Scusi, ma da qui una volta non si vedeva il lago?» «Lago? Quale lago?»

Dopo la denuncia di alcuni cittadini, il quotidiano La Provincia annuncia il sopralluogo del Soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici della Lombardia, dr. Alberto Artioli, al cantiere delle paratie. Il quale afferma «Voglio sperare che queste opere non vadano a ledere le visuali. Se ci sono da far degli interventi migliorativi mi auguro che siano davvero tali. Si era parlato di allargare e ingrandire il lungolago, ma se effettivamente l’intervento occulta la visuale non è una bella cosa». No. Non è una bella cosa. Siccome aver espresso qualche perplessità sulla possibilità che la visuale del lago venisse compromessa dalle paratie non è servito a niente, se non a farci iscrivere al Partito del No, ci viene in mente una barzelletta anglosassone generalmente utilizzata per mettere in luce il fatto che l'abitudine può farci perdere di vista le cose di tutti i giorni, nonostante la loro importanza. La barzelletta parla di pesci e di acqua, ma potremmo ^girarla^ così:
Siamo nel 2020. Un signore anziano viene in visita a Como. Scende con il treno in Centrale (la Nord non c'è più da un pezzo, al suo posto c'è un grattacielo con ristorante panoramico all'ultimo piano) e si avvia verso piazza Cavour. Quando arriva in piazza si guarda intorno un po' frastornato. Gli sembra che manchi qualche cosa, ma non sa bene che cosa. Entra al Monti, ordina un caffé e chiede al barista: «Scusi. Ma da qui una volta non si vedeva il lago?». E il barista: «Lago? Quale lago?».

venerdì 18 settembre 2009

Bruno Bozzetto: un filmato stradale diseducativo

Bruno Bozzetto - How to Drive Yes and No

mercoledì 2 settembre 2009

Un manicomio di confine. Storia del San Martino.

L'11 settembre Gianfranco Giudice presenta a Parolario il volume UN MANICOMIO DI CONFINE. STORIA DEL SAN MARTINO DI COMO, edito da Laterza. L'appuntamento è alle 16 in piazza Cavour. Con Giudice saranno presenti Vittorio Sironi (Università Milano Bicocca), Paolo Ceccoli (Liceo Volta di Como) e Antonio Marino de La Provincia. Consigliamo caldamente la partecipazione.

[La foto è di Gin Angri]

venerdì 17 luglio 2009

Hippo sei salvo! Parola di Davide Boni, assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia!

Ricevo da Pierangelo Piantanida, Presidente di WWF Como, una buona notizia che rilancio:
(Ln Milano 16 luglio 2009) L'area del comune di Como situata attorno allo storico ippocastano ( località Borghi) diventerà di "notevole interesse pubblico" e sarà quindi tutelata in maniera particolare sotto il profilo paesaggistico.
Lo ha deciso la Giunta Regionale su proposta dell'Assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni.Con questo provvedimento vengono individuati criteri e cautele specifiche per la gestione di future trasformazioni territoriali. In particolar modo dovrà essere garantita la cura e la salvaguardia dello storico ippocastano insieme alla zona circostante compresa tra il limite del sedime della linea delle ferrovie Nord Milano, la via Ambrosoli, la via Aldo Moro e il limite sud che dovrà rimanere libera e permeabile. pertanto la sistemazione degli spazi pubblici, parcheggi ed arredi situati in quella zona, dovranno essere inquadrati in un progetto complessivo riguardante l'intera area che non naturi ma salvaguardi l'elemento arboreo di rilievo.
"L'area in questione e attualmente destinata a parcheggio- spiega l'Assessore Davide Boni- ha una sua identità caratterizzata dalla presenza dell'imponente ippocastano. Quest'albero rappresenta per i cittadini comaschi, un forte senso di identità che evoca la memoria storica del territorio; é di vitale importanza che questa memoria venga tutelata".
E' un piacere constatare che finalmente, dopo tanti anni, i nostri amministratori regionali, facendo ampiamente difetto quelli locali, riconoscano, anche se indirettamente, che la forte azione in difesa di questo bell'esemplare di Aesculus ippocastanum, a suo tempo fatta da cittadini, associazioni ed ambientalisti, é stata giusta.
Per chi non ricordasse le vicende legate al nostro Hippo, ecco il link ad un post d'annata, firmato Alberto Bracchi e Marco Castiglioni:
http://cittapossibile.blogspot.com/2006/04/sterilizzare-lippocastano.html
Ed ancora l'idea, pensata da alcune associazioni, di un interessante progetto per quest'area,
http://www.autistici.org/fuoridallemura/ippocastano/progetto_ippo.pdf
Penso che, questa inaspettata buona nuova - a Como generalmente gli alberi decidono di tagliarli. il cedro di Piazza Verdi docet!- possa stimolare le energie e le idee dei tanti cittadini che si sono affezionati a questo imponente amico, recentemente censito come albero monumentale dalla nostra Amministrazione Provinciale, tanto da spingerli a chiedere che il progetto di riqualificazione dell'area, sia partecipato e condiviso.

Prima delle ronde, sono arrivate le super ronde ...


Per fortuna qualcuno la butta sul ridere ...

Fonte: Repubblica.it Milano

martedì 14 luglio 2009

Quando la stupidità non ha confini

Torino, Parco Dora, nel condominio nasce un muro anti-bambini

da http://torino.repubblica.it/

[di Diego Longhin]

Al posto dell'altalena e dello scivolo una rete metallica che spezza in due il cortile per dividere i buoni dai cattivi, per evitare che i bambini delle famiglie popolari si mischino con gli altri, con i proprietari degli alloggi del palazzo di fronte. Una lotta durata mesi, tra assemblee che votano a larga maggioranza la costruzione di muri e petizioni con centinaia di firme. E alla fine la rete che divide bimbi e grandi è stata piazzata per separare in due il cortile comune dei palazzi di corso Rosai 38, costruito dalla cooperativa San Pancrazio, e 44, edificato della cooperativa Di Vittorio.

Due condomini recenti, davanti all´Ipercoop, sulla Spina 3, realizzati con la riqualificazione dell´intera zona per le Olimpiadi del 2006. I problemi sono nati dopo, quando al civico 44 il Comune ha iniziato ad assegnare i primi alloggi popolari in linea con le politiche dell´assessore alla Casa, Roberto Tricarico: «Basta con i ghetti, meglio il mix sociale».

Un mix che a lungo andare, soprattutto con gli ingressi degli ultimi mesi, non ha convinto i residenti del numero 38 che sono ex soci della San Pancrazio e proprietari degli alloggi costruiti dalla cooperativa, al contrario degli inquilini della Di Vittorio, tutti in pratica affittuari. Il tutto è partito dal fracasso classico che fanno i bambini quando giocano nel cortile, dove dovevano essere montate altalene e scivoli mai arrivati. «Tu non puoi venire da questa parte», ha incominciato a dire qualcuno rivolgendosi ai più piccoli. Poi un pallone finito sul balcone, un vetro rotto e qualche scherzo di troppo. E da quello che poteva sembrare un rimbrotto si è passati a litigi pesanti tra i genitori dei due palazzi, a parole grosse, ad assemblee dove il 60 per cento dei proprietari del 38 hanno votato la costruzione di un muro. Ora c´è la rete metallica, un rimasuglio del cantiere che gli ex soci della San Pancrazio hanno trovato il modo di riutilizzare. «La situazione sta degenerando - dicono le mamme che vivono al numero 38 - quelli che vivono dall´altra parte non ci vogliono. Questo doveva essere il giardino di tutti e due i palazzi, ma non si sono mai visti i giochi». E un´altra mamma aggiunge: «Perché non possiamo convivere? Perché noi viviamo in case date dal Comune e loro invece se li sono comprati gli alloggi?».

La rete non ha placato i litigi, mentre i bambini si guardano da una parte all´altra delle maglie senza capire il perché di tanto odio. I ragazzi più grandi provano anche a scavalcare, vogliono continuare a giocare con gli amici dell´altro palazzo, anche se c´è il rischio che qualche grande li placchi e che scoppi un diverbio. Imbarazzato Pasquale Cifani, presidente della coop San Pancrazio e vicepresidente della Di Vittorio: «L´unica cosa che possiamo fare - spiega - è rimuovere la recinzione, visto che è di nostra proprietà. Si trattava di un rimasuglio del cantiere. Lo faremo al più presto». Rimane però il problema. I proprietari del civico 38 hanno votato in assemblea per dividere il cortile, se possibile anche con un muro. «Se lo vogliono dividere possono farlo. Nessuno lo può impedire: è nel loro diritto. Ma lo facciano a loro spese e non utilizzando materiale che apparteneva alla cooperativa».

(14 luglio 2009)

sabato 11 luglio 2009

Guido vuole più tavoli nei parchi pubblici!

Vi é mai capitato di sbattere via il giornale, di spegnere la radio e la televisione, troppe notizie nere, troppo rumore, troppa sofferenza, troppa ingiustizia, troppo.
Così improbabile trovare una notizia che ti allarga il cuore e la mente che quando invece c'é e grazie al cielo il maggior quotidiano locale la riporta quasi non ci credi ed invece sì, non é mica vero che tutto va solo in una direzione, no ci sono persone e giovani, con gli occhi aperti sulla città, che la guardano e la vogliono cambiare.
Giovani come Guido Rovi che guarda i giardini e pensa che ecco nei giardini manca qualcosa, i tavoli, che diamine! E lancia un gruppo su Facebook per chiedere che nei nostri tristi parchi pubblici, di grazia, ne mettano qualcuno:
Perché sedersi attorno a un tavolo crea socialità, gioco e divertimento.
Un punto di ritrovo per giovani, anziani, mamme e bambini.
Perché si deve pagare per sedersi a un tavolo?
Un tavolo non serve solo nelle aree pic-nic
Quindi diciamolo forte:
"Vogliamo più tavoli nei parchi pubblici!"
Come non essere d'accordo?
Guido ed i suoi amici si trovano nei giardinetti di via Anzani......e uno dei primi progetti de La città possibile como, riguardava proprio la loro riqualificazione!
Che bello vedere che uno sconosciuto amico ha preso il testimone!
Grazie Guido!

lunedì 6 luglio 2009

L'era glaciale anche a Como

Il sito del Comune di Como pubblica un lungo resoconto della prima conferenza di valutazione nell'ambito della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) del PGT (Piano di Governo del Territorio). Non so chi abbia scritto la scheda pubblicata sul sito del Comune. Non riesco però a non chiedermi come sia possibile anche solo pensare che un cittadino sia invogliato a partecipare alla VAS dopo aver letto un pezzo del genere, traboccante di stereotipi e del peggior linguaggio burocratico. In particolar modo in regione Lombardia, i criteri informatori della VAS sono ispirati alla comprensibilità del processo, condizione per la sua partecipazione. Sono comprensibili espressioni come "nuove istanze progettuali", "leggi sussidiarietà", "documento di scoping"? Che dire di frasi che nessuno avrebbe usato neppure agli albori della Repubblica, quali
la Valutazione Ambientale Strategica (Vas) è un processo finalizzato a documentare la compatibilità ambientale delle scelte urbanistiche dell'amministrazione integrando a tal fine considerazioni di natura ambientale, archeologico-culturale e paesaggistiche nei piani e nei programmi attraverso lo svolgimento di consultazioni, la valutazione di un rapporto ambientale e la messa a disposizione delle informazioni in merito alle decisioni prese?
E che dire di "Tutti i documenti sono pubblicati sul sito del Comune all'indirizzo www.comune.como.it cliccando sul banner VAS"? A parte la posizione del ^banner^ in questione, ^appiccicato^, come un post it sul frigorifero, del tutto a caso tra "Servizio Civile Nazionale" e "L'energia solare che ti rinfresca", cosa sarà mai questo ^banner^, si chiederà un lettore standard? Straordinario il "Dopo Laria" (magari, l'ing. Laria) "è intervenuta la dottoressa Paolillo (non legata da alcuna parentela all'omonimo professore) ...", a ricordarci in che tempi bui viviamo. Neppure in termini di diritto siamo messi bene: non credo infatti che il prof. Paolillo abbia affermato che
L'adozione del Pgt, da parte del consiglio comunale, dovrà avvenire in novembre per arrivare all'approvazione definitiva, pena il commissariamento del Comune, entro il marzo 2010.
Il Commissariamento c'è, infatti, solo per il mancato rispetto del termine del 15 settembre 2009 (avvio del procedimento di approvazione). Scaduto il termine del 31 marzo 2010, non c'è alcun commissario: semplicemente lo strumento attuale (il Piano Regolatore Generale) perde efficacia, secondo l’articolo 25, c. 1, della l.r. 12 del 2005. Il che a significare che a partire dal 1° aprile 2010 nessun titolo edilizio potrà essere rilasciato, o nessuna d.i.a., presentata, se non utilizzando l’articolo 9 del D.P.R. 380 del 2001, che espressamente regola l’attività edilizia nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici.
Scadranno alle ore 12 del 28 agosto i termini per la presentazione delle nuove istanze per il Pgt, conclude la nota, specificando che
suggerimenti e/o proposte dovranno pervenire all'Ufficio Protocollo del Comune di Como: direttamente all'Ufficio Protocollo Via Vittorio Emanuele II, 97 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12; tramite posta con Raccomanda R/R. I testi e gli elaborati grafici, rappresentativi delle proposte dovranno essere redatti in triplice copia in carta libera.
Siamo nell'anno del signore 2009 e ancora dobbiamo rapportarci con la pubblica amministrazione in termini di ^posta raccomandata R/R^? Come se nel 2005 non fosse stato approvato il Codice dell'amministrazione digitale (decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82), il cui articolo 3, intitolato ^Diritto all'uso delle tecnologie^, recita:
1. I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni e con i gestori di pubblici servizi statali nei limiti di quanto previsto nel presente codice.
Di questo passo temo che, come i dinosauri di Dürrenmatt, sceglieremo di estinguerci, pur di non "fare una figuraccia nei confronti dell'evoluzione".

domenica 28 giugno 2009

Prendere nota: a Como si parcheggia gratis.

Ieri, 28 giugno dell'anno del signore 2009, ricorrenza di Sant'Ireneo, vescovo e martire, nemico degli gnostici, ho avuto la fortuna di essere illuminato sul sesto mistero glorioso, in cui si contemplano i poteri attribuiti ai Vigili di Como quando si tratta di elevare multe. Nel tardo pomeriggio di una domenica estiva, caratterizzato dal vivace parcheggiare in ogni luogo e in ogni dove di moto di media e grossa cilindrata che gioiosamente affollano strade e marciapiedi sul lungo Lario Trieste a Como, contribuendo così ad una sano rallentamento di ogni altro veicolo dotato di ruote, passeggini e biciclette comprese, ho avuto la fortuna di imbattermi in un'auto di pattuglia dei suddetti Vigili che, per l'appunto, pattugliava, l'ingresso del suddetto lungo Lario Trieste. Essendo casualmente presenti anche i Vigili stessi, in numero di due, mi sono permesso di chiedere a costoro se le numerosissime moto che sostavano a ridosso dei vari cartelli di divieto di sosta riducendo a una sola corsia (o canna, come si usa dire in questi giorni pedemontani) la già ridotta viabilità locale, non fossero, per l'appunto, in divieto di sosta. Giustamente, ma stupido io a chiederlo, mi è stato risposto dal Vigile n. 1 che siccome i posti per le moto non bastavano, esse si erano, per così dire "allungate un po'" (cito testualmente). Affermazione alla quale ho, d'istinto, replicato che, se così è, la prossima volta che non troverò un posto per la macchina mi ^allungherò^ un po' anch'io, senza preoccuparmi del divieto di sosta. Sbagliavo perché, mi ha corretto il vigile n. 2, socio anziano del suddetto Vigile n. 1, i Vigili hanno il potere di non elevare multe per ragioni di forza maggiore. A questo punto definitivamente sragionando, ho esclamato: "Caspita! Ma questa è una notizia da mettere sul giornale!". Al che il suddetto Vigile n. 2, accomiatandomi, mi ha salutato dicendo: "Sul giornale ci finiamo noi se gli diamo le multe!". Ah, beata ingenuità, la mia!

domenica 21 giugno 2009

Il destino di un albero


Ogni volta che percorro via Grandi, il mio sguardo, ora che la Ticosa é stata demolita, corre via veloce dalla desolazione del luogo, oltrepassa le auto del parcheggio e si posa con sollievo sulle cupole del cimitero e poi, si accerta che, lui, l'albero solitario e tenace sia ancora lì, al margine del piccolo parcheggio antistante il cimitero, solo ed in precaria posizione, a sfidare i venti ostili della città.
Quale sarà il suo destino? Chissà se, il poco noto ai più, progetto di costruzione dell'area ex- Ticosa, gli farà la grazia di tenerlo in vita o se, lo considererà solo un ingombro, un disordine, una macchia al disegno del luogo che architetti ed ingegneri hanno ideato, così come é accaduto per il cedro di Piazza Verdi?
Certo, il destino di quest'albero è l'ultima delle preoccupazioni della giunta Bruni, tutta impegnata com'é a decidere ben altro destino, quello sempre più aggrovigliato dell'area Ticosa, divenuto, a sua volta precario, dopo le recenti rivelazioni, taciute nel periodo elettorale, sulle perplessità e le critiche avanzate dalla Multi Developments, la società che dovrebbe ricostruire il quartiere, all'amministrazione comunale, per l'eccessivo allungarsi dei tempi necessari al completamento del procedimento amministrativo e della bonifica dell'area che, a distanza di oltre due anni e mezzo dalla demolizione, non é stata ancora avviata.
Adottiamo dunque questo cipresso, silente testimone della manifesta incapacità di questa giunta a mantenere le promesse elettorali e ad amministrare al meglio Como.
Adottiamolo e dedichiamolo al dott. Mario Lucini, che con uguale tenacia e resistenza ad ogni sorta di corrente, presiede la commissione urbanistica del nostro povero Comune

martedì 16 giugno 2009

Referendum a Como: che fare?

Comunicato stampa dell'Associazione Noerus, A.R.C.I. Como
Il prossimo weekend vedrà a Como non solo tre referendum nazionali sul sistema elettorale, ma anche due comunali su temi sociali particolarmente importanti. Votando sì al primo referendum comunale si chiede di mantenere nel sito dell’ex Ospedale Sant’Anna – per almeno il 60% della sua estensione – servizi socio-assistenziali per tutti i cittadini. Il secondo referendum chiede invece che un dormitorio comunale venga tenuto aperto tutto l’anno (e non solo quando ormai il freddo è talmente rigido da causare la morte di senzatetto, come avvenuto quest’inverno). Naturalmente ciò potrebbe essere realizzato proprio un una parte dell’ex Sant’Anna. Crediamo che sia importante andare a votare sì a questi due referendum per impedire che a Como si continui a pensare solo a vendere, costruire e “trafficare” e per far sì che ogni persona – a partire da chi non può permettersi nemmeno un alloggio – possa usufruire di servizi vitali, come l’assistenza sociale e sanitaria. I referendum comunali avranno validità solo se si raggiunge almeno il 40% dei votanti (e ce la possiamo fare!), dopo di che conta naturalmente la percentuale prevalente – tra voti “sì” e “no”. Chiaramente è anche possibile recarsi alle urne e accettare solo alcune schede elettorali, per esempio rifiutando quelle dei referendum nazionali (per manifestare l’intenzione di astenervisi) e accettando solo le due comunali – o altre possibili combinazioni. E speriamo che la città di Como possa dare un’impressione diversa da quella di voler sopprimere ogni “essere non utile” (apparentemente): da uno splendido cedro secolare a un povero senzatetto che dorme per strada ...

Riccardo Lisi
Associazione Noerus
A.R.C.I. Como

domenica 14 giugno 2009

Melting po(s)t

C'era un bel miscuglio di teste pensanti ieri sera, all'Osteria del Gallo, alla cena conclusiva di 1, 10, 100 Como. Grazie alla determinazione di Cesara Pavone, la trentina di presenti (relatori, cittapossibilisti, simpatizzanti) è stata smistata ai tavoli secondo un meccanismo scientificamente casuale, senza alcuna considerazione per razza, età, sesso ed affinità politiche. Il che ha prodotto quel meticciato culturale in cui riponiamo le nostre speranze per il futuro. Per una volta, Como ha mischiato invece di separare, ha aggregato invece di dividere. Grazie a tutti presenti e alla prossima.

P.S.
Le foto della cena sono qui (grazie a Elena, perché se era per noi ...).

martedì 19 maggio 2009

30 maggio 2009: Parada par Tücc

La Parada par Tücc è una sfilata di gruppi e singoli, accomunati dall'arte, dalla creatività e dalla voglia di stare insieme, che attraverserà la città di Como nel pomeriggio di sabato 30 maggio 2009.

La Parada partirà da via Milano alta e attraverserà il centro storico secondo questo percorso: via Milano, piazza Vittoria, via Cantù, via Giovio, piazza medaglie d'oro, via Vittorio Emanuele II, piazza duomo, via Plinio, piazza Cavour, Lungo Lario Trento, viale Filippo Corridoni. Ci saranno due momenti di spettacolo in cui la Parada si fermerà, di fronte al liceo classico e in piazza duomo - dove si esibiranno i partecipanti ai laboratori e altri gruppi artistici. Nel punto di arrivo, in viale Filippo Corridoni, la Parada si fermerà animando i giardini a Lago fino a sera (ore 22.00) con esibizioni artistiche e stand con gazebo di alcune delle associazioni organizzatrici. Il ritrovo è previsto per sabato 30 maggio alle ore 14:00 in via Milano alta.

Info: http://www.paradapartucc.it/

More info: Dove, come quando

sabato 16 maggio 2009

Una poesia contro il razzismo: da Como la voce di Luca


Ci sono notizie, all'apparenza piccole, in realtà grandi perché raccontano un'Italia gentile ed aperta al futuro, che non ha paura di confrontarsi con altre genti, altri popoli, e quella ideata con il concorso " Il razzismo é una brutta storia ...ora lo dico con una poesia" lanciato da Librerie Feltrinelli ed il settimanale Topolino in collaborazione con la Fiera Internazionale del libro di Torino ne é un buon esempio. Il concorso é stato rivolto ai ragazzi e alle ragazze dai 6 ai 14anni che, con l'aiuto della famiglia oppure come singoli od ancora come classe dal 20 febbraio, data d'inizio del concorso, al 20 aprile, data di chiusura, avessero voluto inviare una loro poesia sul tema del razzismo ... ebbene, hanno risposto in 4.000|
Anche un ragazzino di Como ha inviato la sua... ed ha vinto nella categoria Singolo Elementari.
Come dar torto alla giuria: la poesia é un bell' affresco lieve e gioioso di una giornata di scuola, a Como, in una serena classe multietnica.
Ma eccola, la poesia di Luca che, domani, verrà premiato, assieme agli altri tre vincitori, alla Fiera del Libro di Torino!
Sopra il banco di Mohamed
C'è una penna rossa e blu

E su quello della Farah

Il suo astuccio di Minou


Daisy arriva un po' in ritardo

Ma Sadew ancor di più

E Rasmika corre in tondo

E felice va su e giù


La merenda di Yasin

L’ha mangiata Marilù

Questi sono i miei compagni

E il razzismo non c’è più!


Luca Spallino - Como

mercoledì 13 maggio 2009

La Como che decide: il video su altracomo.it


Link su Blip.tv: Venerdì 8 maggio 2009 >> la Como che decide

sabato 9 maggio 2009

1, 10, 100 Como: le foto di ^La Como che decide^


Sono on line le foto del quarto e ultimo appuntamento di 1, 10, 100 Como, ^La Como che decide^. Info su 1, 10, 100 Como all'indirizzo www.cittapossibilecomo.org/como.htm.

giovedì 7 maggio 2009

1, 10, 100 Como: la Como che decide

Dopo aver indagato la città che si trasforma, quella che pulsa e quella che si muove, chiudiamo il ciclo di 1, 10, 100 Como con la Como che decide. L'appuntamento è l'8 maggio, come di consueto all'Osteria del Gallo, ore 18:00. Ne parleranno Francesco Angelini (La Provincia), Dario Campione (Espansione TV), Gianpaolo Rosso (Ecoinformazioni) e Alessandro Sallusti (L'Ordine). Coordina Lorenzo Spallino. Vi aspettiamo.

Info: http://www.cittapossibilecomo.org/como.htm#4

venerdì 24 aprile 2009

Sulla via di Damasco 2: la vendetta.

Sulla lunga strada che conduce ad Agenda 21 avevamo un tempo insignito l'assessore D'Alessandro del premio ^Sulla via di Damasco^. Oggi, letto il Corrierino, dobbiamo insignire dello stesso premio il Sindaco Stefano Bruni che dichiara oggi a proposito del prospettato concorso di idee per l'area a lago dove sorge lo stadio:
Prima di prefigurare scenari che modifichino radicalmente la città [...] è necessario un confronto politico in giunta, in maggioranza e in consiglio comunale.
Sant'anna docet ...

martedì 21 aprile 2009

La nostra infinita emergenza: Barbara Spinelli su La Stampa

Faccio una cosa che in genere non faccio mai: copio e incollo dal sito de La Stampa un articolo di Barbara Spinelli sull'emergenza, segnalatomi da Cesara Pavone, per il timore che possa andare perso.

19/4/2009
La nostra infinita emergenza
di Barbara Spinelli
fonte: http://www.lastampa.it/
link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=40
Sono ormai anni che viviamo nell’emergenza, e quasi non ci accorgiamo che ogni mossa, ogni parola detta in pubblico, ogni sopracciglio intempestivamente inarcato, son sottoposti a speciali esami di idoneità, che mescolano etica e estetica, dover essere e presunto buon gusto. La mossa, la parola, il sopracciglio, devono adeguarsi all’ora del disastro: sia esso attentato terroristico o ciclone, tsunami o terremoto. Chi rompe le righe si copre di colpe, prestamente censurate. Vergogna e indecenza sono il marchio impresso sulla fronte di chi non ha tenuto conto del perentorio buon gusto. L’emergenza è diventata una seconda pelle delle democrazie, e per questo non ci accorgiamo quasi più dell’anormale convertito in normale: delle libertà che per l’occasione vengono sospese, dell’autonomia di giudizio che vien tramutata in lusso fuori luogo.

È un po’ come il corno che cresce d’improvviso sulla fronte di tutti i concittadini di Bérenger, protagonista dei Rinoceronti di Ionesco: arriva il momento in cui la protuberanza è talmente familiare ed estesa che chi non la possiede si sente un reietto, e lo è. Anche durante il terremoto in Abruzzo è stato così, e questo spiega lo scandalo assolutamente abnorme generato da una trasmissione televisiva - Anno Zero di Santoro - che era un po’ diversa dalle altre perché fondata sulla denuncia polemica: dell’organizzazione dei soccorsi, e soprattutto della secolare commistione fra affari, corruzione, malavita, edilizia.

Indecente è stata definita la trasmissione, perché questa non era ora di far scandalo: di «seminare zizzania con i morti ancora sotto le macerie, di descrivere l’Italia come il solito Paese di furbi, incapaci di rispettare ogni legge scritta e morale», ha scritto Aldo Grasso sul Corriere della Sera, l’11 aprile. Lo spazio smodato dato su giornali e telegiornali all’evento è esemplare, perché conferma una malattia democratica diffusa. Incapaci di dominare eventi più grandi di loro, le democrazie vivono sempre più di emergenze, ne hanno bisogno esistenziale. A partire dall’ora in cui è pronunciata la frase fatale: «Questo non è il momento», già è stato di eccezione. In tempi normali è proprio questa l’ora delle controversie. Se non nel mezzo del disastro, quando farne l’archeologia e denunciare?

Non così in stato d’eccezione, quando è il regnante a decretare natura e vincoli del momento. La sua sovranità è essenzialmente sulla vita e la morte, e il momento è dunque quello delle bare allineate, del supremo dolore, del lutto vissuto nell’unanime afflizione. Grazie a questo momento si crea un’unità magica, propizia all’intensificazione massima della sovranità. Viene mobilitato anche l’Ecclesiaste: «C’è un tempo per demolire e un tempo per costruire». La Bibbia per la verità parla all’anima, ma nell’emergenza anima e politica si fondono. Assieme, esse giustificano lo stato d’eccezione che sempre esordisce con la soppressione, non si sa se davvero provvisoria, di libertà e abitudini alla critica vigenti in epoche di pace. Giorgio Agamben, che ha studiato tale materia, racconta come morte e lutto siano ingredienti dello stato d’eccezione sin da Roma antica: l’emergenza si chiamava iustitium, e in quei giorni veniva abolito il divieto di mettere a morte un cittadino senza ricorso a un giudizio popolare (Agamben, Lo Stato di eccezione, Torino 2003).

Stato d’eccezione o emergenza sono in realtà imbellimenti di quel che effettivamente accade, camuffano lo stato di guerra: per l’Oxford English Dictionary, sono suoi sinonimi, eufemismi. È in guerra che i comportamenti liberi, biasimatori, son ribattezzati disfattisti. Nell’emergenza guerra, disastro e morte richiedono un dover-essere e un dover-dire. È a questo punto che lo stato di eccezione si tramuta in regola, e il sistema giuridico politico in «macchina di morte». La morte fa tacere il popolo e al tempo stesso nutre il sovrano. È il grande correttore, regolatore: non dici cose scomposte davanti a una salma, anche se veritiere. Il potere usa la morte: diviene necrofago. L’uomo colpito da catastrofe è ridotto a vita nuda e quest’ultima sovrasta la vita buona, prerogativa di chi tramite la politica e la libera opinione esce dalla minorità. La nudità politica, scrive Hannah Arendt nelle Origini del Totalitarismo, può esistere anche senza diritti civili.

Il fenomeno non è nuovo, Agamben lo spiega molto bene. I giorni dello iustitium sono anche i giorni in cui si celebra il lutto del sovrano. Leggi e libertà non sono abolite ma sospese, perché l’essenza del potere (potere di vita e di morte) non appaia vuoto. Da allora ogni disastro, naturale o terrorista, è occasione di affermare tale essenza. Di mettere in scena non il morire o il multiforme soffrire dei cittadini, ma la possibile morte del sovrano e della stessa politica. L’unità si fa non attorno alle salme ma al sovrano, il quale dice: «Sono io in causa, e la vera posta in gioco è la dilazione della mia messa a morte, l’anticipazione rituale del lutto della mia persona».

Nella storia della democrazia c’è anche questo: l’eccezione che cessa d’esser tale, facendosi regola. Che non proclama più giorni di lutto, ma epoche. Tutto è guerra, in permanenza si tratta di riconfermare il sovrano unendo il mio col suo, la solidarietà emotiva di cui ho bisogno io e quella di cui necessita lui. L’idea che tale sia la guerra moderna nasce nel ’14-’18, ed è teorizzata da uno dei suoi protagonisti, Erich Ludendorff, nella Guerra Totale scritta nel 1935. Nella guerra democratica totale scompare la distinzione tra fronte e retrovia, militari e civili (Heimatfront è la fusione hitleriana - animista, dice Ludendorff - tra fronte e patria). Il governo delle emozioni permette di metter fra parentesi libertà e norme, e in questo ha le stesse funzioni della violenza fuori-legge. Il giornalista che aderisce agli imperativi di tale emergenza distrugge il proprio mestiere.

Nei disastri c’è chi soffre, chi governa, chi racconta (messaggero nella tragedia antica, giornalista oggi) e chi indaga rammentando. Ogni ambito ha un suo dover-essere, una sua autonomia. Se la priorità per il messaggero sono i sofferenti, si racconterà tutto quel che essi provano: gratitudine ma anche rabbia, sollievo per i soccorsi e ira suscitata da uno Stato complice di speculazioni edilizie. Chi ha letto Gomorra, ricorderà quel che Saviano scrive nel capitolo sul cemento armato, «petrolio del Sud», a pagina 235-236: «Tutto nasce dal cemento. Non esiste impero economico nel Mezzogiorno che non veda il passaggio nelle costruzioni: appalti, cave, cemento, inerti, mattoni, impalcature, operai… L’imprenditore italiano che non ha i piedi del suo impero nel cemento non ha speranza alcuna. È il mestiere più semplice per far soldi nel più breve tempo possibile.… Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezza Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi e ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia... Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova».

L’emergenza, come la guerra, ha sue leggi speciali. Non sono le leggi della dittatura, perché la dittatura crea nuove leggi. Lo stato d’eccezione permanente è più insidioso: non instaura regolamenti nuovi, ma sospende leggi e libertà creando vuoto legale, anomia. L’Ecclesiaste a questo punto non è parola di Dio, ma decreto del sovrano che assieme al giornalista-messaggero invoca unanimismo. Il giornalista nega se stesso, quando consente a mettere sullo stesso piano gli abusi dell’edilizia e gli «abusi di libertà» di chi punta il dito su tali abusi: invece di vigilare, giustifica - per sé e i concittadini - lo stato d’eccezione.
 
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